LE PROPOSTE DEL COORDINAMENTO PRO DIRITTI H PER I CANDIDATI A SINDACO DEL COMUNE DI ISPICA

LE PROPOSTE DEL COORDINAMENTO PRO DIRITTI H
PER I CANDIDATI A SINDACO DEL COMUNE DI ISPICA
Spettabili candidati a Sindaco,
qui di seguito troverete una serie di proposte che il Coordinamento Pro Diritti H Vi prega di raccogliere sin dall’inizio del Vostro mandato.
Si tratta di proposte ma soprattutto di sfide la cui importanza però è cruciale, tanto da spingerci a “sconfinare” da quello che sarebbe il nostro territorio per così dire “naturale” per non fare di queste elezioni un’occasione mancata: l’occasione di farVi promotori, forse per la prima volta, di una cittadinanza attiva ed inclusiva, che riconosca il diritto di tutti di appropriarsi della propria città trovando spazi di protagonismo per esprimersi; tutto ciò non è semplice demagogia ma concreta possibilità, che potrà realizzarsi se Voi saprete creare, per tutti, le giuste opportunità.
Ciò trova un ben preciso riferimento anche nella Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF) elaborato dall’OMS che definisce la disabilità non come una “mancanza” ma come uno svantaggio sociale derivante da un ambiente non “a misura di tutti”, con la logica conseguenza che spetta all’ambiente farsi carico di colmare questo gap.
È proprio su questi principi che il Pro Diritti H, forte di un’organizzazione articolata a livello Provinciale , opera anche nel Distretto Socio Sanitario n. 45, facendosi promotrice dei diritti e dell’autodeterminazione delle persone con disabilità tutte. Ecco quindi le nostre proposte:
1. Barriere Architettoniche.
Per potersi appropriare dei propri spazi, è necessario che questi siano accessibili.
Possiamo considerare l’accessibilità la “condicio sine qua non” sulla quale costruire l’impalcatura di una cittadinanza veramente inclusiva, e forse anche uno degli indici più immediatamente visibili della nostra attenzione alla disabilità: scivole non occupate da autovetture, appositi parcheggi, etc.
Il Coordinamento Vi chiede di continuare a vigilare su questi aspetti imprescindibili ad esempio riqualificando, se dal caso, palazzi antichi (prevedendo alternative alle scale) e ciò non a vantaggio solo delle persone con disabilità, ma anche delle mamme con passeggino, degli anziani, etc.
Pensiamo ancora alle nostre spiagge, spesso non coperte interamente da banchine e quindi non interamente percorribili, che trarrebbero sicuramente prestigio dalla dotazione di sedie job nei maggiori stabilimenti balneari.
A maggior ragione una città come Ispica, con la sua naturale vocazione turistica, non può prescindere dall’accessibilità delle sue spiagge, dotandole di adeguate scivole e di tutto ciò che possa consentire alle persone con disabilità desiderose di trascorrere un soggiorno presso di voi di scegliere proprio Ispica come meta delle proprie vacanze.
L’accessibilità coinvolge, naturalmente, anche i servizi di trasporto urbano ed extraurbano, che devono essere efficienti e provvisti di pedane (una persona con disabilità intellettiva difficilmente potrà guidare, ma è comunque in grado di spostarsi da solo ed ha il diritto di farlo, così come chi ha una disabilità fisica ha diritto a valide alternative all’auto).
Ciò richiederebbe un maggiore collegamento anche delle zone rurali del territorio di Ispica, dove alcune famiglie , trovandosi loro malgrado isolate ed impossibilitate a spostarsi in assenza di automobile (e ciò limita fortemente i possibili percorsi di autonomia dei ragazzi con disabilità che lì abitano)
Sempre nell’ottica di una piena condivisione degli spazi la città di Ispica si distinguerebbe certamente qualora si dotasse di tabelle sensoriali, guide turistiche accessibili (che prediligano le immagini ed informazioni scritte in maniera essenziale), una più chiara segnaletica.
Il presupposto da cui partire è che l’accessibilità, parola chiave di questo libro bianco, dà a tutti senza togliere a nessuno.
2. La Questione Peba
L’abbattimento delle barriere architettoniche non è solo questione di buon senso.
Lo prevede la legge 104/92 (art.24 comma 9) ed anche uno strumento ben preciso: i PEBA (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche), introdotti nel lontano 1986.
La legge 41/1986 prevedeva addirittura un commissariamento da parte della Regione in caso di inadempienza.
In quasi trent’anni inutile dire che ben poco di questo è stato fatto, e dire che, invece, tali strumenti di pianificazione urbanistica renderebbero l’abbattimento delle barriere architettoniche sistematico piuttosto che sporadico e dettato dalle contingenze del momento oltre che, per questa ragione, onerosi per i Comuni stessi.
E sempre restando in tema di “finanze”, la nostra opinione è quella già espressa dell’associazione Luca Coscioni: tali spese potrebbero essere considerate come un investimento “in conto capitale” perché non solo valorizzano il patrimonio dei comuni ma, garantendo la mobilità della persona con disabilità, avrebbero anche un effetto di volano per il comparto turistico.
Ecco perché si prospetta anche la possibilità di pressioni, da parte dell’ANCI, al fine di escludere queste spese dai vincoli di finanza pubblica imposti dai Governi ai Comuni (c.d “Patto di stabilità”).
L’attenzione su questo strumento è ormai stata destata e soluzioni, anche innovative, ci sono: è ora che questi strumenti di pianificazione urbanistica trovino finalmente attuazione; è ora che il diritto alla mobilità delle persone con disabilità venga garantito.
3. Lis
La lingua italiana dei segni dovrebbe essere concreta risorsa in tutti quegli uffici preposti al contatto con il pubblico (pensiamo, in primis, all’Ufficio Turistico; anche i non udenti viaggiano e non possono semplicemente “arrangiarsi”).
Noi però vogliamo andare oltre. Anche i non udenti si interessano di politica e sono cittadini, ragion per cui un interprete LIS dovrebbe essere presente nelle sedute del Consiglio Comunale.
E a chi chiediamo spesso informazioni sulla viabilità quando visitiamo una città nuova? Ai vigili urbani, ecco perché sarebbe opportuno formarli appositamente.
Discorso connesso quello della segnaletica, dove si potrebbero pensare a percorsi tattili anche per i non vedenti.
Sempre nell’ottica di una piena partecipazione sarebbe opportuno promuovere l’istituzione di una Consulta per le Associazioni, a livello sia locale che distrettuale, al fine di fare emergere le istanze del mondo della disabilità anche in sede politica.
Nelle tre maggiori commissioni (Bilancio, Politiche sociali, Lavori pubblici) proponiamo di inserire un referente scelto propria dalla consulta dell’associazionismo, così da coinvolgere il mondo della disabilità nelle scelte politiche.
Infine sarebbe auspicabile che vi fosse un Garante delle persone con disabilità a livello comunale, che si andrebbe a raccordare con la analoga figura già esistente a livello regionale.
4. Centri socio-educativi comunali e distrettuali
I centri socio-educativi sono strutture indispensabili per chi ha una disabilità intellettiva e/o relazionale in quanto rispondono ai bisogni di autonomia e di senso di persone che, una volta terminato il percorso scolastico (ma anche durante), si trovano “parcheggiate” nelle proprie abitazioni, o inserite in strutture poco consone, dove il rischio di perdere le capacità acquisite o di non sviluppare le autonomie potenziali è molto forte.
Purtroppo rileviamo una forte assenza di strutture dedicate sul territorio di Ispica, ed anche a livello distrettuale c’è ancora molto da fare.
5. Servizi, Politiche sociali e di sensibilizzazione
Come associazione fortemente vicina al mondo della disabilità siamo chiamati a confrontarci con tutte le istituzioni che vi ruotano intorno: scuola, sanità, consorzio sociale.
Ciò che purtroppo si rileva è una certa mancanza di consapevolezza su cosa significhi “disabilità” (o la si vede come un’insormontabile causa di esclusione o, all’opposto, nel tentativo di affermare l’uguale valore e dignità delle persone, si negano le differenze e le esigenze specifiche di ognuno).
Anche alle istituzioni politiche spetta di promuovere progetti che avvicinino alla conoscenza di un mondo che non è “altro” rispetto alla collettività.
Per quanto riguarda i Servizi, da tempo il Coordinamento Pro Diritti H promuove il meccanismo dell’accreditamento e ciò per una serie di ragioni: innanzitutto perché fa sì che a lavorare non siano sempre “i soliti noti” ed inoltre (ragione, questa, ancora più importante) restituisce un ruolo centrale e primario alla famiglia che sceglie a chi affidarsi nella scelta del servizio e può anche scegliere liberamente di affidarsi ad altri qualora le proprie aspettative dovessero essere disattese.
Inoltre, sulla base della nostra esperienza, si impone un aggiornamento costante sulle leggi, le prassi, le problematiche legate al mondo della disabilità, per cui sarebbe opportuno che coloro che hanno la responsabilità di farsene carico a livello comunale, quali gli assistenti sociali e i Dirigenti dei servizi sociali, fossero chiamati ad aggiornarsi quantomeno annualmente per meglio rispondere alle esigenze delle famiglie.
Il Coordinamento Pro Diritti H si mette a disposizione, qualora voleste percorrere questa strada, sia con corsi FAD sia con percorsi accreditati presso l’ordine degli assistenti sociali.
6. Inclusione scolastica e lavorativa
Quello della scuola è, purtroppo, un punto dolente a livello distrettuale ma ciò non esime Ispica (come nemmeno gli altri Comuni del Distretto Socio Sanitario) dall’occuparsi dei cicli di istruzione di pertinenza comunale, quali le scuole primarie e secondarie di primo grado.
Un capitolo apposito di bilancio dovrebbe essere destinato all’inclusione scolastica e, non insisteremo mai abbastanza su questo punto, occorre regolamentare la figura dell’ASACOM (assistente all’autonomia e alla comunicazione) che non è né un sostituto dell’insegnante di sostegno né un assistente igienico personale, ma una figura apposita che sostiene l’alunno con disabilità nei suoi bisogni di autonomia, sostenendone anche la costruzione di relazioni con il gruppo classe.
Ma non dimentichiamo l’accessibilità: le scuole del territorio lo sono tutte?
Per quanto concerne il diritto al lavoro delle persone con disabilità, sebbene questo sia legislativamente sancito ormai da molti anni, non è ancora realtà concreta.
Le persone con disabilità che lavorano o hanno avuto un’esperienza lavorativa sono ancora troppo poche, e ciò non trova una scusante in una mancanza di capacità; servono solo progetti idonei e soggetti pubblici che abbiano coraggio e voglia di farsene carico.
7. Parchi giochi accessibili
Il gioco è un diritto irrinunciabile di ogni bambino e poterlo fare in uno spazio attrezzato insieme ad altri “pari” è occasione di socialità e relazionalità.
Chiediamo quindi di attrezzare alcuni parchi giochi già esistenti (nelle scuole o nelle aree verdi pubbliche), dotandoli di strutture apposite, in modo da renderli accessibili anche a bambini in sedia a rotelle.
8. Art.14 Legge 328/00 e progetti individualizzati
Un grande sconosciuto nel mondo della disabilità è il progetto individualizzato, sebbene la legge 328/00 espressamente lo preveda all’art.14 e sebbene le sentenze della giurisprudenza non facciano che ribadirne l’importanza.
E dire che, se questo strumento venisse finalmente utilizzato, si riuscirebbe contemporaneamente in una doppia “impresa”: rendere soddisfatte famiglie e persone con disabilità e far risparmiare le amministrazioni stesse, che non si troverebbero più a dover elargire servizi “a pioggia” (che non servono), calandoli dall’alto.
Potete immaginare il progetto individualizzato come una fotografia o una mappatura di quelli che sono i bisogni della persona con disabilità, e dal punto di vista socio-assistenziale e dal punto di vista sanitario.
Ciò che, quindi, occorrerebbe fare in prima battuta sarebbe procedere con una mappatura del territorio (quante persone con disabilità ci sono? quali i loro bisogni? quali le loro aspettative? quali i loro desideri?).
Tutto ciò sia per dare a ciascuno il servizio di cui ha bisogno e a cui ha diritto (niente di più e niente di meno), sia perché queste informazioni è bene averle (potrebbero, ad esempio, servire alla Protezione Civile).
Sperando di averVi dato utili spunti su cui riflettere, auguriamo un buon lavoro alla prossima amministrazione, ricordandoVi che il Comune di Ispica ha fatto propria la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed è quindi tenuto a rispettarLa.
Su questo, naturalmente, il Coordinamento Pro diritti H vigilerà mettendosi a Vostra disposizione per una collaborazione che speriamo sia proficua per entrambe le parti ma, soprattutto, per le persone con disabilità.